Un’orgia di zanzare

Mia cara Berenice,

siamo a fine ottobre, ma fa caldo come a inizio giugno. Vorrei poterti dire che ci sono altrettante zanzare, ma ce ne sono molte di più.

Qualche giorno fa mi sono alzato con una manata sul muro e l’ho tinto di sangue, come una vergine alla prova dell’imene, alla vigilia delle nozze.

La sera, sdraiato sul divano, ne vedo spesso due o tre volare abbracciate in quelle che immagino essere pratiche riproduttive.

Sarà l’influenza del libro di Vance, ma mi sono immaginato un incel dell’America profonda, bianco sottoccupato e pieno di bile come una vecchia batteria, osservare con odio quel circo volante di kamasutra, fino ad afferrare la Glock sotto il cuscino e cominciare a sparare all’impazzata contro l’aria e i muri, finché i vicini si svegliano e chiamano il 911 e arriva la macchina dell’Ufficio dello Sceriffo della Contea. La volante accosta al marciapiede, ma i due vice con il cappello a tesa larga non fanno in tempo a scendere che sono costretti ad acquattarsi dietro la carrozzeria, perché Jimmy James continua a sparare ad altezza d’uomo e i proiettili non si conficcano certo nelle pareti di cartapesta della casa, ma fischiano in strada. Allora il sergente si trascina fino al cruscotto, si allunga per raggiungere il microfono della radio e chiama rinforzi, contrassegnando la richiesta con il corretto codice numerico. Arrivano altre auto a circondare la casa ed evacuare quelle circostanti, arriva la SWAT dell’Ufficio dello Sceriffo che poi sono altri vice in tuta nera, ma con in dotazione un blindato e armi pesanti dismesse dall’Esercito. Il negoziatore non c’è, quelle sono finezze da quei damerini dei federali, ma in compenso arriva il pastore pentecostale, sistema faticosamente la sua mole dietro a un’auto della polizia e, con un megafono, chiama: “Jimmy! Ehi, Jimmy!”

Dopo tre ore, Jimmy James si arrende. Il vecchio giudice Trotter del Tribunale della Contea, con la connivenza del Dott. Shadwick, medico generico che si presta a testimoniare da psichiatra, e del Procuratore della Contea, W. Stephen Handberg III, gli riconosce l’infermità mentale. Dopotutto nessuno si è ferito, no? “Te ne starai in clinica per qualche tempo, Jimmy. Ti cureranno”.

All’ospedale psichiatrico di Stato, il Dott. Bharara pensa che, tutto sommato, la diagnosi sia giusta. “Il paziente manifesta tendenze ossessive, con continui sermoni sull’immoralità del mondo moderno in cui ricorrono bizzarramente riferimenti alle zanzare,” annota, salmodiando a mezza voce. “Forse si tratta in realtà di un riferimento alle mosche, associate nella Bibbia al Demonio. Proseguire terapia farmacologica”.

“Be’,” commenta l’infermiere, “io lo capisco. Queste cazzo di zanzare stanno facendo impazzire anche me”.

“E a me fanno impazzire i tuoi ritardi, Doug!” Lo rimbecca severamente Bharara, richiudendo la cartella clinica e allontanandosi con passo strascicato lungo il corridoio.

Un saluto.

Stan

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