Risiko

Mia cara Berenice,

la peine forte et dure che la Gran Bretagna di Re Carlo III rischia di pagare, in termini crudamente territoriali, alla Brexit rischia di far derubricare quest’ultima ad accidente democratico, a colpo di coda di quelli che oggi vengono chiamati boomer ma il Manzoni battezzava, con minore correttezza politica, “vecchi malvissuti”, a escrescenza fiorita tra i tavoli sporchi di birra dei pub, tra il lezzo delle campagne, tra i pixel luridi delle reti sociali.

Per capire quanto sia semplificatorio questo approccio spocchioso, basta leggere l’indice di vivibilità mondiale elaborato per il 2022 dall’Economist, sostanzialmente una classifica delle città più o meno a misura d’uomo. Ebbene, riportando i punteggi su una cartina dell’Europa, vediamo il vecchio continente squarciato da linee molto nette. Risultati altissimi in Mitteleuropa, con capitale nella tua Vienna e propaggini in Scandinavia e Francia. Risultati mediocri nelle Isole Britanniche e nei Paesi del Mediterraneo. Risultati pessimi in tutta l’Europa dell’Est, Grecia compresa: nonostante i Fondi europei generosamente distribuiti proprio in quell’Europa, del resto accolti da vari Governi nazionali con aristocratico sussiego o disprezzo.

Da una parte, l’integrazione è l’unica strada per conservare all’Europa una rilevanza mondiale all’altezza della sua storia. Dall’altra, per quanto molto si sia fatto, dubito si approderà mai ai mitici Stati Uniti d’Europa. Non si è mai visto, nella storia, uno Stato federale con decine di lingue ufficiali diverse; ci sono stati imperi multinazionali, ma erano appunto imperi.

Tanto premesso, la storia sa essere anche imprevedibile.

Attacco l’Islanda con tre Armate.

Stan

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