Mia cara Berenice,
dopo giorni passati a maledire il sole che batteva sui filari, oggi l’autunno è decisamente arrivato: forse addirittura inverno, se si giudica con i parametri romani.
Una violentissima, tragica inondazione ha colpito le Marche, dieci persone avvolte in un sudario d’acqua. Sul Veneziano si è abbattuta una forte grandinata.
Al netto delle polemiche sul dissesto idrogeologico e sulle lacune del sistema di allerta meteo, per molti è il cambiamento climatico che bussa alla porta. Secondo gli esperti, le Marche sono state vittima di un cosiddetto “temporale autorigenerante”, orrida macchina di von Neumann nata, come una Venere deforme, dalle acque marine surriscaldate.
Eppure, non riesco a evitare un irrazionale senso di rassicurazione nel constatare che l’autunno esiste ancora e non dorme, che se l’estate protervamente non lascia libera la casa per le vacanze, il dimesso proprietario, lasciati decorrere cinque giorni lavorativi, invia avvocato, ufficiale giudiziario e carabinieri, facendo proiettare sul selciato la viziata ragazzetta con le ciabatte ancora ai piedi. Senza tanti complimenti, l’appuntato le deposita innanzi i costumi, i copricostume, gli abitini, le paillette, il faretto e il treppiede per i selfie ammiccanti in camera da letto, lo shaker per i cocktail che tanto non sa usare, l’armamentario per il trucco e la parrucca rosa shocking.
Insomma, la ruota delle stagioni, per il momento, gira ancora.
Un sollevato saluto.
Stan