Mia cara Berenice,
portata a compimento la vendemmia, individuato il ristorante per il pranzo con i parenti e presi i relativi accordi, oggi avevo in calendario la consueta gita a Venezia.
Ebbene, oggi i sindacati confederali e autonomi hanno proclamato uno sciopero del personale ferroviario dalle 9 alle 17. La trasferta non era rinviabile, non ci sarebbe più stata la mia vecchia amica della Direzione Cultura e avevo prenotato a un ristorante stellato a un tiro di sasso dal mio vecchio ufficio: l’annullamento, in assenza del preavviso di ventiquattro ore, avrebbe comportato un (sacrosanto) addebito sulla carta.
Quindi, sono partito all’alba – almeno per i miei standard -, mi sono trattenuto tutta la mattinata a Palazzo Sheriman, ho pranzato e, constatata l’impossibilità di partire, sono andato a zonzo per Rialto, tornando in stazione poco prima delle cinque.
Non ero ottimista, ma, con mio grande sorpresa, sono potuto salire sul Regionale Veloce (RV) per Trieste delle diciassette e zero uno, che fermerà a C. tra meno di un’ora.
Protesta sindacale alla veneta, insomma. Non siamo ancora allo sciopero bianco alla giapponese, ma ci arriveremo.
Se vedemo!
Stan