Mia cara Berenice,
per una volta, debbo a malincuore dare ragione a tua madre, ha fatto benissimo a recarsi a Lisbona per salutare il cuore sotto formaldeide dell’Imperatore Pietro I del Brasile, restituito alla Madrepatria per commemorare i duecento anni dall’indipendenza.
In Europa, a malapena si ricorda che il Brasile fu un Impero dal 1822 al 1889, una monarchia costituzionale moderna e prospera a cui la proclamazione della Repubblica, imposta dalla solita cabala di militari, portò davvero pochissima fortuna.
Del resto, fu proprio il trasferimento della Casa Reale di Portogallo in Brasile, a seguito della calata di Napoleone nella Penisola Iberica, ad avviare la formazione dell’identità nazionale della colonia.
Pietro I, il cui cuore sta attraversando l’Oceano Atlantico su un aereo militare brasiliano, era appunto un Re del Portogallo, con il nome di Pietro IV.
Sotto il lunghissimo regno di suo figlio, l’Imperatore Pietro II, il Brasile raggiunse lo zenit della grandezza e della prosperità.
Il Governo Imperiale, pungolato da quello britannico, lavorò tenacemente per abolire la schiavitù, ma al tempo stesso resistette all’arroganza di Londra che esigeva riparazioni sproporzionate e pretestuose per un paio di incidenti di navigazione.
Se tutto questo non bastasse, l’Impero del Brasile offriva titoli nobiliari esotici come quello di Duca di Santa Cruz, Marchese di Paraná, Conte di Porto Alegre e Visconte di Rio Branco.
Independência ou Morte!
Stan