Mia cara Berenice,
“parlamentino” viene talvolta chiamato, nel linguaggio giornalistico, il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati italiani (giudici e Pubblici Ministeri), dominato dai membri cosiddetti “togati”, ossia eletti dai magistrati stessi. Teoricamente, il CSM non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica, ma i componenti togati sono generalmente candidati da “correnti”, da molti considerate l’equivalente magistratuale dei partiti politici: perciò parlamentino.
Da ieri, tuttavia, il termine “parlamentino” potrebbe estendersi anche al Parlamento vero e proprio che ha, sostanzialmente se non formalmente, sfiduciato il Governo Draghi.
Parlamentino perché la stampa nazionale ed estera, New York Times in testa, stigmatizzano la fine del Governo tecnico guidato dall’ex Presidente della Banca Centrale Europea.
Parlamentino perché il Presidente della Repubblica lo ha sciolto, annunciando la firma del relativo Decreto con un duro comunicato.
Parlamentino perché, a seguito di una recente riforma costituzionale, i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Bisogna perciò dare atto almeno di come molti di coloro che hanno votato contro il Governo – o si sono astenuti o hanno abbandonato l’Aula – fossero consapevoli di rischiare di perdere il seggio. Tanto più che i due partiti considerati gli artifici principali della crisi, il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, non sono in buona salute.
Il Movimento ha appena subito una scissione, rischia nuovi abbandoni e comunque è in grave crisi di consensi. La Lega, pur passandosela meglio, subisce la concorrenza da destra di Fratelli d’Italia e non si avvicinerà nemmeno al 34 per cento abbondante conseguito alle elezioni europee del 2019. Anche Forza Italia, il partito di Berlusconi stretto nella tenaglia di Lega e FdI, soffre il declino del suo capo, la mancanza di un successore designato e abbandoni illustri: se ne sono andati, in aperta polemica con la linea adottata, il Ministro della Pubblica Amministrazione e quello per gli Affari Regionali.
Un salutino.
Stan
PS: Dopo anni di scuola a singhiozzo a causa della pandemia, si voterà in concomitanza con l’avvio dell’Anno Scolastico. In Italia, i seggi elettorali vengono generalmente predisposti all’interno delle scuole, sospendendo così l’attività didattica per qualche giorno. L’Associazione Nazionale Presidi ha espresso “disappunto”.