Mia cara Berenice,
come penso tu già sappia – magari tua madre è già membro di qualche Comitato dell’Arcidiocesi -, nel 2025 si celebrerà il prossimo Giubileo indetto dalla Santa Sede, atteso con ardente speranza dai romani cattolici, agnostici, atei e perfino mangiapreti: la speranza, cioè, che le Istituzioni compiano qualche investimento infrastrutturale sulla loro martoriata capitale.
Tutto ruoterà prevedibilmente intorno al Comune, dato che il Sindaco sarà anche Commissario Straordinario del Governo; in seno all’Assemblea Capitolina è già stata costituita un’apposita Commissione Speciale, alle dipendenze della Giunta un apposito Ufficio Contabile.
Braccio operativo del Commissariato, tuttavia, dovrebbe essere la società pubblica Giubileo 2025, interamente controllata dal Tesoro. I soldi verranno in parte dal bilancio dello Stato, in parte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“Recovery”); appunto a valere su quest’ultimo, Commissariato e Ministero del Turismo hanno già annunciato interventi per mezzo miliardo.
E la Santa Sede? Ci mette l’indulgenza plenaria, come da tradizione, e il logo, scelto dalla Curia Romana a seguito di un concorso internazionale.
Ti sembra poco? In realtà il logo ha già fatto indignare un partitino ultraconservatore minuscolo ma rumoroso, che l’ha trovato troppo in odore di gay pride.
Insomma, abbiamo già il primo miracolo.
Un compunto saluto.
Stan
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