Dal drammatico al thriller

Mia cara Berenice,

ieri sera sono stato al Cinema Troisi, dove regista e cast presentavano l’ottimo “Settembre” (Italia, 2022), con Fabrizio Bentivoglio.

Si parla molto della crisi del cinema, inteso come luogo fisico, ma mai nessuno che si soffermi sulle luci. Le luci d’emergenza, obbligatorie, che nel buio della sala colpiscono come un pugno in un occhio, spesso riflettendosi sulle superfici scure e levigate. Le luci dei display dei cellulari degli spettatori, sulle quali ci si aspetterebbe una più attenta vigilanza da parte di maschere ed esercenti, se non altro per evitare illecite riprese dello schermo.

Ad esempio, una signora seduta davanti a me filmava lo schermo in modo non continuo, ma certamente assiduo. Mi accorsi presto che era interessata solo alle scene in cui compariva un giovanissimo attore; pensai potesse essere una parente o un’amica di famiglia.

Non ho potuto esimermi dall’innestare, su questo particolare, l’alberatura di un giallo. La maschera di un cinema nota uno spettatore riprendere lo schermo con il cellulare. A più riprese sta per intervenire, ma ogni volta l’uomo ripone il cellulare, facendola desistere – anche perché è seduto al centro della sala e richiamarlo causerebbe parecchio scompiglio.

Incuriosita da quel filmare intermittente, nota che l’uomo punta l’obiettivo solo su un’attrice con una parte relativamente secondaria. Non dà peso alla cosa, immaginando sia un conoscente o un ammiratore, ma quando il film finisce e si riaccendono le luci, vede l’uomo lasciare la sala. Qualcosa nella magrezza affilata, nel colorito terreo e nello sguardo febbricitante dello spettatore le incute una paura viscerale; anche per questo, lo lascia uscire senza chiedergli di cancellare gli spezzoni di video.

Qualche settimana dopo, leggendo in cassa una rivista di cinema, scopre che l’attrice è stata assassinata nel suo appartamento di Roma in circostanze misteriose. Utilizzando il computer della cassa, tenta di identificare il misterioso spettatore: dopotutto, ricorda con straordinaria nitidezza data e ora dello spettacolo, fila e numero di posto. Purtroppo, l’uomo ha acquistato il biglietto direttamente in cassa e le registrazioni delle telecamere di sicurezza sono già state distrutte.

La maschera, che si occupa anche del marketing del cinema, manda una mail al Direttore, suggerendo che sarebbe una buona idea, in memoria della giovane attrice morta, rimettere in programmazione i suoi film, compreso l’ultimo.

Come va a finire? Be’, non lo so, dovevo pur vedere il film.

Un saluto sospeso.

Stan

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