Mia cara Berenice,
la mia connaturata pigrizia, unita all’abilità di Roma di trasformare qualunque cosa in un incubo logistico, mi hanno indotto, anni fa, ad acquistare un appartamento già ristrutturato e arredato – rara avis, credimi.
Una casa del genere la colonizzi a poco a poco, in modo surrettizio e strisciante: più che un diritto dominicale, insomma, eserciti quello chiamato dagli anglosassoni soft power.
Per prima cosa, rimuovi un paio di quadri che trovi pacchiani, lasciandone peraltro la maggior parte. Appendi le locandine originali che ti sei fatto estrarre appositamente dall’archivio del tuo cinema in Veneto. Fai installare due condizionatori, sfruttando la preesistente canalizzazione.
Mesi dopo, disteso sul divano-letto della zona giorno, realizzi che stai arrostendo come un galletto allo spiedo e che a rosolarti sono i faretti montati sul soffitto. Li fai sostituire con altrettanti LED a luce fredda; l’operaio loda la saggezza della tua decisione e ti mostra che una delle luci a gas stava letteralmente bruciando il controsoffitto.
Tempo dopo, naturalmente in piena estate e mentre non ci sei, il frigorifero si rompe, non solo facendo andare a male l’intero contenuto, ma mandando in corto circuito l’impianto elettrico. Dopo averne ordinato uno nuovo, ti rendi conto che l’anta più corta della porta blindata è ostinatamente bloccata in posizione. Contatti un fabbro, che ti consiglia di prenderla violentemente a martellate in corrispondenza delle parti superiori e inferiori. Come martellare l’aria o l’acqua, o di argomentazioni un antivaccinista o un russofilo.
Il fabbro interviene, accompagnato dallo svogliato figlio adolescente. È convinto che tu, fragile funzionario ministeriale, non abbia roteato la mazza con sufficiente vigore, ma deve presto constatare che non c’è verso, l’anta è più cocciuta di un vecchio mulo delle salmerie e deve lavorare di flessibile. Ripara in qualche modo il chiavistello inferiore, lasciandoti in dote una nuova, tozza manopola per manovrarlo. Sostituisce quello superiore con una chiusura a cerniera. Ti lasci coinvolgere nei suoi disperati tentativi di interessare il figlio al lavoro e allunghi direttamente a quest’ultimo il prezzo pattuito e una mancia. Il padre sospira e ringrazia. Finalmente, si installa il nuovo frigorifero e si ripara l’impianto elettrico.
Successivamente, stavolta in pieno confinamento o lockdown, tirano le cuoia in rapidissima successione la caldaia, il forno, il piano cottura e il miscelatore della doccia. L’unico aspetto positivo della faccenda è che, in quei frangenti, gli artigiani sono ben lieti di lavorare. Pertanto si provvede e, nel contempo, si avvia il complicatissimo quanto infruttuoso iter per le detrazioni fiscali.
Infine, l’altro ieri, si pianta la lavatrice, bucato schiuma e acqua nel cestello e tutto. La malcapitata è già oggetto del disprezzo generale per la sua scarsa capienza, per cui non fai alcun tentativo di farla riparare e ne ordini una nuova. Preghi che l’anta della porta blindata non si sia bloccata di nuovo. Non si è bloccata.
Un metodico saluto.
Stan