Mia cara Berenice,
la visita a Mosca del Segretario Generale Guterres, impilato dal Presidente Putin in cima all’estremità del solito, grottesco tavolone, difficilmente farà dimenticare il ruolo marginale dell’ONU nella crisi ucraina.
Allo stesso modo, è probabile che solo i giuristi faranno attenzione alla Risoluzione approvata ieri dall’Assemblea Generale per contrastare l’utilizzo del diritto di veto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina.
Ogni volta che tale diritto sarà esercitato, l’Assemblea si riunirà automaticamente e discuterà la condotta tenuta dal membro permanente. Una misura non drastica, ma certamente imbarazzante e chiaramente mirata alla Russia – la Cina, oltre ad avere tenuto una linea piuttosto ambigua, nella prassi preferisce astenersi.
Viene in mente il 1956, quando l’Assemblea Generale, scavalcando il Consiglio di Sicurezza bloccato dal veto anglo-francese, schierò la prima forza di pace ONU in Egitto, invaso da Londra e Parigi per aver nazionalizzato il Canale di Suez.
In quel caso, Gran Bretagna e Francia vollero comportarsi da imperi, organizzando una spedizione punitiva coloniale senza consultare Stati Uniti e Unione Sovietica.
Oggi, la Russia è convinta di essere ancora, appunto, l’Unione Sovietica.
Un parallelo saluto.
Stan