Mia cara Berenice,
sull’onda della mia ultima e in omaggio allo sketch del Saturday Night Live “Ordering Sushi Like a CEO”, illustrerò di seguito come ordinare il sushi da asporto al mio ristorante preferito di Trastevere, a patto quindi che si possa raggiungere il predetto ristorante e che si abbiano esattamente i miei stessi gusti.
Il ristorante de quo si trova lungo Viale di Trastevere, tra la stazione ferroviaria omonima e il Ministero dell’Istruzione. Si compone di un’ampia sala interna e una veranda esterna, separate dal marciapiede. Tra la sala interna e la veranda, in corrispondenza dell’ingresso, stazionano sempre una o due hostess.
Se si comunica alla hostess di voler ordinare da asporto, si verrà accompagnati all’interno e fatti accomodare a un tavolino, sul quale la hostess poserà un blocchetto, una penna e un menù.
Il ristorante lavora secondo la formula all you can eat, perciò occorre segnare sul blocchetto i codici di tre cifre corrispondenti a ciò che si intende ordinare.
Per l’asporto, è comodo usare come base un vassoio misto. Quest’ultimo può essere piccolo, medio o grande. Quello grande è eccessivo per una persona sola. Un buon compromesso è ordinare un vassoio medio e aggiungerci un paio di altri pezzi.
Una volta aggiungevo appunto un paio di temaki, magari uno normale e uno piccante.
Ultimamente, preferisco una dozzina di maki croccanti, in modo da avere più consistenze nel piatto; sono oltretutto molto coreografici.
Annotati i codici, si strappa il biglietto e lo si porta alla cassa, dove si può pagare immediatamente o alla consegna. In ogni caso, verrà praticato uno sconto del venti per cento rispetto ai prezzi del menù.
A quel punto, ci si può risedere al tavolino. Appena il sushi è pronto, solitamente in due vassoi di plastica sigillati, si viene chiamati per l’imbustamento. Il cameriere chiede se si desiderino bacchette, zenzero, wasabi, salsa di soia dolce o salata. Ottenute le indicazioni, ripone tutto in una busta di carta e il cliente si congeda, salutato cordialmente tanto dal cameriere, quando dal cassiere.
Anch’io, a mio volta, ti saluto.
Stan