Mia cara Berenice,
“L’anno della morte di Ricardo Reis” di Saramago continua a offrirmi spunti interessanti. Dopo avermi ispirato le recenti considerazioni sul ruolo della tradizione, ora mi ha colpito ritraendo i cittadini di Lisbona con il lutto al braccio per la morte di Re Giorgio V di Gran Bretagna, in segno di rispetto per l’antichissima alleanza anglo-portoghese.
Quest’ultima risale al Trattato di Tagilde del 10 luglio 1372. Da allora, è stata confermata da una serie di strumenti internazionali, ma soprattutto nei fatti. Portogallo e Gran Bretagna, nei secoli, non sono mai stati in guerra, benché i potenziali conflitti di interesse non mancassero: dalla questione religiosa che spinse la Spagna a muovere guerra all’Inghilterra elisabettiana, agli estesi imperi coloniali.
Portoghesi e inglesi hanno invece combattuto e vinto fianco a fianco la Guerra di Spagna o Peninsulare contro la Francia napoleonica. Anche nella Grande Guerra, il Portogallo diede il suo contributo in Europa e in Africa. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’alleanza venne invocata esplicitamente da Lisbona e Londra per giustificare prima la neutralità del Portogallo fascista, poi la concessione di basi alla Gran Bretagna.
Il Portogallo proprio quest’anno sta commemorando in modo solenne il seicentocinquantesimo anniversario dell’alleanza; a tal uopo, è stata varata un’apposita iniziativa denominata “Portugal-UK 650”, con un calendario fittissimo di eventi, ma anche progetti di ricerca. La presidenza dell’iniziativa è stata affidata a Maria João Rodrigues de Araujo, ricercatrice portoghese presso l’Università di Oxford, membro dell’Ordine di Malta e dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Un commosso saluto.
Stan