Destalinizzazione

Mia cara Berenice,

le colonne corazzate russe sono alle porte di Kiev. Siamo alla vigilia di una battaglia che sembra già decisa nel suo esito, ma potrebbe non esserlo. Abbiamo innumerevoli testimonianze storiche di quanto sia difficile espugnare una città e tenerla, anche con forze nettamente superiori. Il Governo ucraino, inoltre, ha deliberato di distribuire fucili alla popolazione, la mossa che salvò l’Esecutivo della Repubblica Spagnola nel 1936.

Inoltre, oggi è l’anniversario del discorso con cui il Primo Segretario sovietico Nikita S. Khrushchev, nel 1956, varò la destalinizzazione: non proprio un fausto presagio per il Presidente Putin.

“…come il culto della persona di Stalin sia andato gradualmente crescendo, culto che divenne, a un determinato stadio, fonte di tutta una serie di violazioni estremamente serie e gravi dei principi del Partito, della democrazia di Partito e della legalità rivoluzionaria.”

“…l’accumulo di un potere immenso e illimitato nelle mani di una sola persona…”

“…Lenin non imponeva mai con la forza le sue opinioni ai colleghi. Cercava di convincere; spiegava pazientemente le sue opinioni.”

“…era capriccioso e abusava del suo potere.”

“…non tollerava assolutamente la collegialità nella guida e nel lavoro politico… sottoponeva a violenze brutali non solo chiunque gli si opponesse, ma anche chiunque sembrasse, nel suo giudizio capriccioso e dispotico, contrario alle sue idee… annientamento morale e fisico”.

“Il potere accumulato nelle mani di una sola persona, Stalin, ebbe serie conseguenze durante la Grande Guerra Patriottica.”

“…informazioni di questo tipo sulla minaccia di invasione armata tedesca affluivano anche dalle nostre stesse fonti militari e diplomatiche; ma i vertici erano condizionati a ignorare queste informazioni ed esse venivano inviate in modo trepidante e valutate con scetticismo.”

“Nonostante queste gravissime avvisaglie, non furono presi i provvedimenti necessari per preparare adeguatamente il Paese alla difesa, in modo da non farsi cogliere alla sprovvista.”

“Ricordo che, in quei giorni, telefonai al compagno Malenkov da Kiev e gli dissi: la gente si offre volontaria per la nuova Armata e chiede armi, devi mandarci armi. Malenkov mi rispose: non possiamo mandarvi niente, stiamo mandando tutti i fucili a Leningrado, dovete trovarvi le armi da soli.”

“In violazione di ogni buon senso, Stalin respinse le nostre proposte e ordinò di proseguire l’operazione per l’accerchiamento di Kharkov, nonostante il fatto che ormai molte grandi unità dell’Armata rischiassero di essere a loro volta accerchiate e annientate.”

“Alla base della questione jugoslava non c’erano problemi che non si potessero risolvere tramite discussioni di Partito tra compagni. Non c’era alcuna ragione significativa per il gonfiarsi di tale questione e sarebbe stato assolutamente possibile prevenire la rottura dei rapporti con quel Paese.”

“…rispose: a un mio schiocco di dita, Tito non esisterà più.”

“Lunga vita al vessillo vittorio del nostro Partito, il leninismo!”

Stan

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