Mia cara Berenice,
immagina un candido portico ricurvo che abbraccia una fontana in lontananza, al cui interno galleggiano lampadari sferici e lattei come lune. Ti sto descrivendo un lato di Piazza della Repubblica, su cui si affaccia il principale multisala del centro storico e dove spesso nutrite troupe girano film italiani e stranieri.
Così, può capitare che la tua compagnia telefonica ti offra un biglietto gratis per “House of Gucci” (USA, 2021), di Ridley Scott con Jared Ledo, Adam Driver e Al Pacino. Dunque vai a vederlo, anche se non morivi dalla voglia, e assisti a una scena girata proprio a pochi passi dalla sala in cui sei seduto.
Dopo il film, vai a Termini, dove ha aperto una famosa hamburgheria americana – ci sei già stato, ma in quell’occasione hai preso solo il sandwich al bacon. Il film, però, è durato più di quanto preventivassi e sono quasi le dieci di sera. Termini, ormai, è organizzata più come un centro commerciale che come una stazione e, a quell’ora, tende a svuotarsi completamente, nonostante l’orario dei treni ancora folto.
L’hamburgheria, situata sulla moderna lounge, stava per chiudere, ma la cameriera ha insistito per servirmi e l’inserviente mi ha anche regalato due bussolotti di patatine fritte (“Altrimenti le buttiamo”). Un’atmosfera rarefatta e cortese che ricordava il bar robotico di “Passengers” (USA-Australia, 2016), con Jennifer Lawrence.
Infine oggi, tra uno spezzone di traduzione medico-accademico-scientifica e l’altro, sono andato a fare due passi a Villa Pamphili. Le valli erano di un verde brillante, chiazzate di radi umani e loppidi trotterellanti. La pallida luna sospesa nel cielo, sulle chiome di pini marittimi, acuiva la meraviglia di quel vasto ecosistema nel cuore di Roma. Insomma, pareva di stare su Marte.
Un saluto interspecifico, come quello laboriosamente ottenuto da Amy Adams in “Arrival” (USA-Canada, 2016).
Stan