Mia cara Berenice,
siamo ormai ben oltre la metà di dicembre, per strada compaiono le luminarie e comincia la girandola dei pranzi e cene natalizi.
Ieri sono stato invitato in un appartamento all’interno di un enorme supercondominio in zona San Giovanni, insolitamente ben fornito di edifici di portineria, uffici amministrativi, giardini interni e servizi per condomini e soci.
Perché parlo di soci? Una disamina delle numerose bacheche ha rivelato che l’ampio complesso immobiliare, situato a cavallo di una strada principale e un mercatino, è tuttora gestito dalla Cooperativa Case Tramvieri di Roma.
Il sito istituzionale della Cooperativa non ne specifica la data di fondazione, ma è datata 3 aprile 1911 l’istanza che il Presidente dell’Ente presentò all’Ispettorato Edilizio del Comune di Roma per essere autorizzato alla costruzione dei fabbricati, su terreni edificabili acquistati appunto dal Comune.
Apportate al progetto alcune migliorie su prescrizione della Commissione Edilizia Comunale, il 22 luglio la Giunta concede l’autorizzazione.
Nel 1914, conclusi i lavori, l’inaugurazione ufficiale, presenti il Re d’Italia e il Sindaco.
Come è facile immaginare, l’iniziativa edilizia è una componente della lotta di classe portata avanti dai tramvieri. Non a caso, il regime fascista tiene il complesso sotto stretto controllo, riservando addirittura un appartamento a un nucleo di uomini fidati, a scopo di sorveglianza.
Il 13 agosto 1943 il complesso viene gravemente danneggiato da un bombardamento americano. Sul terreno restano numerose vittime, ma sarebbe potuta andare peggio se gli ordigni avessero colpito alcuni vagoni carichi di munizioni fermi alla Stazione Tuscolana. Al quartiere devastato fa visita Papa Pio XII, scalzando le Autorità statali ormai screditate; lo accompagna Monsignor Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI.
L’attuale Statuto della Cooperativa risale al 2010 e scade nel 2100. Se ne ricava un panorama complesso, in cui il rapporto associativo e il diritto reale o personale sull’immobile si intersecano, senza sovrapporsi.
Chi acquisisce o eredita un appartamento, può, ma non deve necessariamente essere ammesso come socio. A sua volta il socio, di regola, deve avere un immobile assegnato. Se si tratta di immobile assegnatogli in godimento dalla cooperativa, ha l’obbligo di abitarlo e di restituirlo in caso di recesso o esclusione.
La Cooperativa conserva la proprietà delle parti comuni del supercondominio. La gestione diretta di tali parti da parte della Cooperativa sostituisce, pare di capire, l’ordinario sistema di amministrazione condominiale disciplinato dal Codice Civile.
I diritti dei proprietari o residenti non soci e i loro rapporti con la Cooperativa sono disciplinati da apposito Regolamento, sempre emanato dalla Cooperativa.
“I tramvieri sono una categoria forte! Fate anche voi sciopero con noi!”
“Forti? Ci militarizzano e poi, se non lavori, ti arrestano”.
“Allora non fate niente?!”
“Infatti non facciamo niente. Per esempio, adesso i tuoi stanno rubando il carbone, là dietro, e io non faccio niente”.
Uno stridente saluto.
Stan