Nomofilachia

Mia cara Berenice,

cosa ti richiama alla mente la locuzione “Suprema Corte”? Immagino grande solennità, toghe, parrucche.

In effetti, chi assistente alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario italiano, che si tiene presso la Suprema Corte di Cassazione alla presenza del Capo dello Stato, potrà bearsi di ermellini, tocchi, perfino mazzieri.

Anche la legge e la dottrina sono particolarmente auliche nel descrivere l’alto ruolo della Corte di Cassazione, la prima attribuendole la funzione di “garantire l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale”, la seconda parlando sinteticamente di “funzione nomofilattica”.

La verità, tuttavia, è che la maestà di una Suprema Corte permane e sopravvive solo se tale organo giurisdizionale esamina, approfonditamente e in seduta plenaria o quantomeno allargata, un numero ridotto di casi selezionati per la loro capitale importanza giuridica o sociale.

In base all’istituto del certiorari, la Corte Suprema della Stati Uniti svolge a porte chiuse un esame di tutti i casi che le vengono sottoposti: pochissimi vengono spediti in istruttoria, la grande maggioranza viene archiviata senza alcuna motivazione.

Alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il comune ricorrente può rivolgersi solo mediante rinvio pregiudiziale, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo può essere adita solo previo esaurimento di tutti i rimedi giurisdizionali nazionali.

Anche in Italia, generalmente si può approdare davanti alla Corte Costituzionale solo tramite l’ordinanza di rimessione adottata da un giudice e sottoposta dalla Corte stessa a un sindacato, al tempo stesso, sommario e rigoroso.

Nel caso della Corte di Cassazione, viceversa, l’articolo 111 della Costituzione prevede che “contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra”.

Come se non bastasse, il ricorso per violazione di legge può investire anche la logica e coerenza della motivazione del provvedimento impugnato, spesso risolvendosi in un nuovo sindacato in punto di fatto. In ambito penale, infine, il ricorso in cassazione è praticamente automatico, dato che sospende l’esecutività della sentenza e quindi l’applicazione della pena.

Il risultato è che la Corte di Cassazione ha ben quindici Sezioni, ciascuna delle quali composta da cinque giudici. Anche quando si riunisce a Sezioni Unite, in realtà, la Corte è composta da soli nove giudici. Non stupisce, perciò, che la sua giurisprudenza sia ben poco monolitica, soprattutto di fronte a quasi centoventimila casi pendenti.

Quanto ti scrivo rispecchia ciò che è stato deliberato ufficialmente dalla Sezione presso la Suprema Corte dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Un colpo di martelletto.

Stan

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