Mia cara Berenice,
sto guardando un film western e il passo cadenzato degli speroni mi ricorda quello dell’uomo elegante e allampanato che, proprio oggi, percorreva con sicumera lenta e vagamente minacciosa i corridoi del Ministero.
Lo Sceriffo, il funzionario dell’Ufficio del Consegnatario.
Consegnatario, chi era costui?
Apri un manuale di diritto amministrativo o di contabilità pubblica e scoprirai che si tratta di un funzionario o dirigente preposto, in ciascun ente, all’inventario e nella custodia dei beni mobili.
Nella prassi, spesso diventa il gestore amministrativo dell’intera infrastruttura fisica dell’ente. Al Ministero, per esempio, ha il temutissimo potere di assegnare le stanze, ragion per cui la comparsa sua o dei suoi emissari nei corridoi genera invariabilmente un sacro terrore.
Vennero l’ultima volta all’inizio del 2020, quando il Governo decise che il Dipartimento dell’Università e della Ricerca doveva essere eletto a Ministero. Bisognava quindi trovare posto per Ministro, Segretario Generale, Gabinetto e Ufficio Stampa.
Torna ora, quando si sta mettendo in piedi la Struttura di Missione che dovrà gestire, all’interno del Ministero, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’immissione di forze fresche appositamente assunte a tempo determinato.
Si affaccia alla mia porta. Io rimango impassibile come il giocatore di poker al tavolo d’angolo del saloon. Di fronte a me si erge, ingombrante e maestosa, la scrivania del collega da poco andato in pensione. Alla mia sinistra, un’ulteriore postazione di appoggio, generalmente utilizzata per posare fascicoli particolarmente voluminosi.
Sosteniamo l’uno lo sguardo dell’altro. Con la penna, indica il solo tavolino d’appoggio.
“È libero quello?”
“Quello è libero, ma non so se sia adatto come postazione, sinceramente. Non è nemmeno dotato di presa Ethernet”.
Non risponde, se ne va. Sorveglio discretamente i suoi movimenti dallo stipite della porta, finché non scompare oltre la curva a gomito del corridoio che conduce verso il Dipartimento del Personale Scolastico.
Seguo le sue tracce, fermandomi nella stanza delle stagiste.
“È passato il funzionario dell’Ufficio del Consegnatario?” Le interrogo.
“Sì”.
“Che gli avete detto?”
“Che noi siamo stagiste, ma che la stanza è usata anche da ulteriore personale esterno”.
“Brave!”
La mensa del Ministero è una scuola di vita, si impara in fretta, basta orecchiare.
Non è ancora finita, però. Ti terrò aggiornata. Se non hai più mie notizie, telegrafa al Governatore Territoriale o al Comandante di Fort Mercer.
Un saluto sioux.
Stan