Le migliori scuole

Mia cara Berenice,

è stato un fine settimana ricco di cultura, non solo per me.

Io ho visitato la mostra “Ciao maschio” alla Galleria d’Arte Moderna e “I Marmi Torlonia” ai Musei Capitolini.

Venerdì, invece, la collega dell’Ufficio Gare e Contratti mi confidava che qualche liceo di Roma avrebbe aperto le porte ai genitori, in vista della futura iscrizione dei figli.

I licei à la page di Roma sono noti e antichi, il Tasso e il Visconti, entrambi statali ed entrambi ubicati nel centro storico. Se elitismo c’è, dunque, è molto meno pronunciato che nelle preparatory school anglosassoni o nelle European School di Bruxelles, aperte prevalentemente ai rampolli dei funzionari ONU, NATO e UE.

Anche a Treviso, del resto, mi ero fatto l’idea che le scuole d’élite locali fossero, alla fin fine, un affare abbastanza innocuo. Sono due, entrambe a ridosso dello stesso angolo di mura antiche, contigue e rivali: il Liceo Canova, statale, e il Collegio Pio X, vescovile.

Davanti al primo sono passato centinaia di volta, mentre mi dirigevo verso il Palazzo di Giustizia, ai tempi della pratica forense. Ricordo la scritta ammonitrice, in greco antico, sulle mattonelle del marciapiede antistante: “Conosci te stesso”. Non ho mai messo piede all’interno.

Al Collegio sono entrato per diversi convegni e, una volta, in visita al planetario. L’atmosfera che si respirava era una di passata grandezza decaduta, di mura scrostate, di paciosità pastosa da oratorio, di manifesti scoloriti di santi, Papi e pellegrinaggi, di cartelloni vergati al pennarello, di vastità imponente e scricchiolante. Di quei lunghi corridoi calcinati, ostruito e colesteroso cuore pulsante era il planetario, certamente lusso avanguardistico solo qualche decennio prima, meta ancora di gite scolastiche e visite, ma ormai così abissalmente, spietatamente invecchiato: come un salice piangente, perfino nella forma e nei colori slavati.

Metafora, quasi, di una Chiesa di cui sopravvive la leggenda nera di trame e manipolazioni, ma che ormai sembra fatta, almeno in provincia, di seminari vuoti, oratori pacchiani con cartelli scoloriti e preti sempre più anziani e demotivati, intenti a trascinarsi da una Parrocchia all’altra in utilitarie color pomodoro e in maglioni ingrigiti, infeltriti e sformati. Il negativo, più che il Doppelganger, della chiesa de “La scuola cattolica” (Italia, 2021), a cui viene attribuito neanche troppo velatamente lo svezzamento di maschi tossici, omicidi e bestiali, rinvenibili invece – ahimè – a tutte le latitudini.

Un saluto.

Stan

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