Apologia di Sir Winston Churchill

Mia cara Berenice,

immagino strabuzzerai gli occhi glauchi, nel vedermi indossare la toga di difensore di Sir Winston Churchill… forse anche il parruccone di crini di cavallo, visto che siamo all’Old Bailey.

Da quando Sir Churchill ha bisogno di difensori? Non è stato forse il più irriducibile nemico del nazifascismo? Non ha attaccato fin da principio la politica dell’appeasement? Non ha offerto alla Francia, nell’ora più buia, una fusione letteralmente fantascientifica con la Gran Bretagna? Non ha estratto il Corpo di Spedizione britannico da Dunquerque? Non ha fermato il Giappone alle porte dell’India? Non ha riportato la prima vittoria sull’Asse a El Alamein? I suoi Servizi Segreti non si sono impadroniti di Enigma e non hanno assassinato Eichmann, il Macellaio di Praga, l’Architetto della Soluzione Finale? I suoi scienziati, riuniti a Bletchley Park, non hanno forse costruito, per decodificare Enigma, il primo computer del mondo? Non ha avviato, insieme agli Stati Uniti, un progetto congiunto poi sfociato nel Progetto Manhattan americano? La sua RAF non ha forse punito l’arroganza tedesca, prima sulla Manica e poi nei cieli stessi di Germania?

Ebbene sì, Sir Winston Churchill ha bisogno di difensori. A quanto riporta il Times, il politicamente corretto ha indotto la Fondazione eretta in suo onore in Gran Bretagna a rimuovere le sue foto, cancellare la sua biografia, pubblicare articoli apologetici, perfino cambiare nome per attenuare la propria connessione con Churchill. L’idiozia di quest’ultima decisione è addirittura agghiacciante. Che senso ha, per la Fondazione Churchill, rinnegare Churchill? Tanto vale che si sciolga, allora.

Per questo io oggi dichiaro coram popolo, Urbi et Orbi, che continuo a onorare Sir Churchill, anche e soprattutto in quanto egli, informato dal Viceré della carestia nell’India Britannica, rispose: “Come mai, allora, Gandhi non è ancora morto?”

Certo, fatico a perdonargli di aver rifiutato il titolo di Duca di Londra, offertogli dalla Regina Elisabetta; ma, in certi frangenti, bisogna mettere da parte certi dissapori.

Un bellicoso saluto.

Stan

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...