Mia cara Berenice,
come ti ho scritto in altre occasioni, in Italia puoi non seguire il calcio, ma il calcio seguirà te. Così io, che ignoro perfino se il Campionato sia ricominciato o no, so che la proprietà cinese dell’Inter è sull’orlo della bancarotta.
Ma come? I cinesi? Gli affaristi scaltriti che controllano tutto, dal Pireo ai negozi sotto casa? I nuovi Paperoni che nuotano nell’oro, mentre l’America è alle prese con la variante Delta e un problema demografico talmente grave da rendere introvabili i lavoratori, anche sottoqualificati?
Qualcosa sta succedendo, oltre la Grande Muraglia. Le prime avvisaglie si erano avute con il furibondo smantellamento dell’ordinamento federale anglosassone di Hong Kong. Ora, il Partito avrebbe lanciato un’energica campagna contro la libera iniziativa privata, l’accumulo di ricchezze, l’ostentazione del lusso, il divismo.
Solo un fuoco di paglia, come le velleitarie campagne moralizzatrici dell’ala conservatrice del Senato romano? Oppure una nuova Rivoluzione Culturale, non meno devastante, ottusa e autolesionista dell’originale?
Esiste una terza, sinistra possibilità. Nel menare questi fendenti inconsulti, il Partito potrebbe essere perfettamente consapevole della loro distruttività e voler gettare sabbia negli ingranaggi dell’economia globalizzata. In altre parole, sarebbero le prime salve di una guerra commerciale finalmente dichiarata all’Occidente, scommettendo su un declino certificato dalla debacle in Afghanistan.
Perché cannoneggiare all’interno dei propri confini, anziché all’esterno? Perché ormai l’economia mondiale è un unicum inscindibile. Entro il proprio territorio, almeno, si può pianificare, eseguire, monitorare, rimodulare con accuratezza.
Solo il tempo potrà rivelarci – forse – quale sia l’oscuro e insondabile volere del Trono del Dragone.
Lunga vita all’Imperatore, Signore dei Diecimila Anni!
Stan