Mia cara Berenice,
come ti preannunciavo, oggi A. ha voluto offrire il pranzo per il suo compleanno: primi romani a Trastevere, dolci siciliani a poca distanza.
Consumato il pasto tutt’altro che leggero, io e un altro commensale, entrambi residenti a Monteverde, ci siamo trovati d’accordo nel tornare a casa a piedi per il mio risaputo itinerario Gianicolo-Villa Pamphili.
Extremo tempore, giunti ormai al bistrot, siamo stati intercettati con un colpo di freno da un ragazzo in bicicletta, impegnato nella propaganda elettorale per le primarie del Partito Democratico.
“Noi sosteniamo Gualtieri come candidato Sindaco e Tizio, un ragazzo molto giovane e bravo, giornalista, come consigliere del XII Municipio”.
Almeno, aveva parlato chiaro. All’Università, le propagandiste di Comunione e Liberazione ti fermavano nei corridoi per “spiegarti come votare” alle elezioni degli organi accademici: “Ad esempio, puoi mettere la croce sulla lista Alfa e indicare come preferenza Caio”.
Dopo esserci intrattenuti sui rispettivi trascorsi professionali nelle Venezie (essendo del PD, aveva ovviamente lavorato nella startup di un incubatore d’impresa), ci siamo congedati, non prima di aver ricevuto biglietti da visita e volantini.
“Ma scusa,” ha borbottato il mio accompagnatore, “il candidato Sindaco del PD non è già Gualtieri? Allora perché ci chiedono di votarlo alle primarie?”
“Il PD,” l’ho catechizzato, “è l’erede del PCI. Nei Partiti Comunisti comanda il Segretario Generale, ma poi ci sono procedure, Comitati e Sottocomitati”.
Un po’ come nelle associazioni e comitati benefici presieduti da tua madre.
Un rituale saluto.
Stan