Mia cara Berenice,
ora che – auspicabilmente, almeno – la tua ira per l’addio al celibato sarà svaporata, consentimi di tornare sull’argomento.
A dimostrazione della nostra serietà e del nostro rispetto per il Codice della Strada e le disposizioni sul coprifuoco, abbiamo preso a nolo un pulmino e pernottato in un agriturismo… ed ecco quello che noi chiamiamo il colpo di scena, gli anglosassoni il plot twist, la biforcazione tipica di tanti film dell’orrore.
A causa dell’omonimia fra due paesini, le camere erano state prenotate non in prossimità dell’ultima tappa, ma nella Provincia di Padova. Liquidato l’innocuo errore fra le risate, ci dirigiamo di buon grado a destinazione. La titolare dell’agriturismo e suo figlio ci accolgono con ogni savoir-faire, ci mostrano le stanze, ci ribadiscono che il ristorante convenzionato per la cena è, letteralmente, a un tiro di sasso.
È uno di noi a realizzare: “Ma siamo a Vo’?!”
Vo’. Sembra la sillaba di un carme arcaico paleoveneto… e lo fu davvero. Il primo, grande focolaio del virus in Veneto. Là il Professor Crisanti dell’Università di Padova ha condotto il suo celebre studio sulla modalità di diffusione del covid.
La sera, sotto la veranda gremita del ristorante, la cameriera ci rassicura ridendo: “Qui non siamo a Vo’, Vo’ comincia lì, dopo la curva. Ai tempi della Zona Rossa, lì c’erano i carabinieri con le transenne. Comunque è morta una sola persona, e chissà se veramente di covid”.
La seconda cameriera, giovanissima, ci rimprovera scherzosamente quando le diamo della signora.
Il titolare ci dà uno stizzito preavviso di sfratto all’approssimarsi del coprifuoco, ancora in vigore fino a lunedì. La cameriera non se ne dà per inteso e ci offre un giro di amari. Anche il titolare cambia tono, si scusa.
Il nostro autista sobrio, sgravato dalla clemenza della Notte dai suoi obblighi, si erge nel cortile dell’agriturismo, nudo, le vergogne coperte solo da un asciugamano, alla moda della Grecia Antica, alla luce della luna.
Si dorme fra il paupulare del pavoni.
La mattina dopo, decidiamo di visitare il vicinissimo centro di Vo’. Ci fermiamo al caffè della piazza principale, fotografiamo devotamente la scritta “L’alcol ci protegge”, resa famosa dalla stampa nazionale. Al capo opposto dello spiazzo, sulla vasta facciata ocra del Municipio campeggiano, in vetusti caratteri cubitali, i tre segni cabalistici: “Vo'”.
L’esorcismo è compiuto, forse anche grazie al capro espiatorio della comitiva, dalle viscere particolarmente scosse.
Amen.
Stan