Mia cara Berenice,
pochi popoli sono disciplinati e conservatori come quello giapponese. Sono quelle isole fatate, in cui si vota pro forma e quasi sempre per lo stesso partito, è vietato toccare l’Imperatore, il tasso di criminalità è bassissimo, si fa pubblica ammenda degli errori con profondi inchini… o peggio.
Ci si vaccina pure poco, per questo la pandemia fatica ad arretrare e la decisione del Governo di non annullare le Olimpiadi, previste per questa estate, sta suscitando una rara ondata di malumore popolare.
Bizzarro che ciò avvenga proprio in opposizione a una festività laica come i Giochi.
Eppure, in Italia ne sappiamo qualcosa. Nel lontano 2016, l’Assemblea Capitolina affossò, con un Ordine del Giorno, il progetto del Governo e del Comitato Olimpico Nazionale di candidare Roma alle Olimpiadi del 2024.
Del resto, durante la Guerra Fredda, i boicottaggi erano una prassi piuttosto ricorrente.
Nel 1976, i Paesi africani protestarono in blocco contro l’ammissione della Nuova Zelanda, rea di non aver rispettato un altro boicottaggio contro il Sudafrica, espulso dal Comitato Olimpico Internazionale.
I due più famosi sono però probabilmente quelli del 1980 (da parte del blocco occidentale contro quello sovietico) e del 1984 (viceversa).
A quest’ultimo si fa riferimento nel decimo episodio della quarta stagione de “I Simpson”. In occasione dei Giochi, i Krusty Burger, la catena di fast food di Krusty il Clown, lancia una vendita di gratta e vinci; il premio è un hamburger gratis per ogni medaglia d’oro americana. Preoccupato per il costo dell’iniziativa, Krusty viene prontamente rassicurato dal suo staff: “Non si preoccupi, sono gare che i comunisti vincono sempre”.
Un nostalgico saluto.
Stan
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