Mia cara Berenice,
mi dispiace che il Conte Zio abbia rifiutato il vaccino AstraZeneca e, preventivamente, il Johnson & Johnson.
Concordo in linea di principio sul fatto che non si possano addurre a scusante né l’età tarda né le posizioni quantomeno confuse adottate dalle Autorità regolatorie europee e nazionali.
Tuttavia, mi sento di fare qualche considerazione.
Se vai sulla mia bacheca Facebook, troverai – immerso nel solito mare di sciocchezze – una grafica di tale Maria Leonor Ramos, che credo essere un’accademica spagnola.
L’immagine – minimale, graficamente gradevole e chiarissima nella disposizione e nei colori – accosta alcuni semplicissimi dati sulle cause di trombosi:
- vaccino AstraZeneca: 4 casi ogni milione di vaccini, 0,0004%;
- pillola anticoncezionale: 500-1.200 casi ogni milione di donne, 0,05-0,12%;
- fumo: 1.763 casi ogni milione di fumatori, 0,18%;
- covid-19: 165.000 casi ogni milione di pazienti, 16,4%.
Quest’ultimo numero, se ce ne fosse bisogno, è debitamente evidenziato.
Una nota a piè di pagina elenca le fonti, l’Agenzia Europa per i Medicinali e varie pubblicazioni.
Il punto che però a me interessa è un altro: perché di produrre una simile grafica si è dovuta incaricare tale Maria Leonor Ramos? Sono certo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Commissione Europea, l’Agenzia Europea per i Medicinali, i Ministeri rigurgitano di funzionari addetti alla comunicazione, alcuni dei quali lautamente retribuiti.
Invece, l’immagine della comunicazione istituzionale europea è quella della funzionaria danese, svenuta di colpo – come Dante nella Divina Commedia – dopo aver annunciato la sospensione sine die del vaccino AstraZeneca.
La comunicazione è sempre stato uno dei grandi talloni d’Achille delle organizzazioni internazionali, strette fra protocollo diplomatico, veti intergovernativi e Babele linguistica.
Le Istituzioni europee, un ibrido sovranazionale-governativo, hanno ereditato questa tara. Nel loro caso, anzi, spicca ancora di più, essendo esse dotate – almeno in certi ambiti e sotto certi profili – di poteri sostanziali.
A livello nazionale, la situazione è più composita, ma non meno allarmante. I capi dei partiti politici, spalleggiati da staff di agguerriti social media manager, sanno comunicare anche troppo bene. I loro partiti e le altre istituzioni, pubbliche e private, no.
Sommando questo mutismo isterico al sempre maggiore peso che gli attori privati – e in particolare commerciali – vanno assumendo, tutto ci conduce a quella privatizzazione del pubblico denunciata da Zygmunt Bauman.
Il politicamente corretto aggrava ulteriormente la situazione, ingessando ulteriormente il linguaggio delle istituzioni, anche accademiche e culturali.
Ti immagini la Seconda Guerra Mondiale combattuta ai giorni nostri? Niente discorsi di Churchill e de Gaulle, entrambi troppo nazionalisti e colonialisti. Niente ragazze dell’USO per i soldati americani. Niente risposte irriverenti alle richieste di resa tedesche, durante l’offensiva delle Ardenne. I generali Patton e MacArthur sarebbero stati sollevati dal comando nel giro di tre giorni. Forse mi sbaglio, ma temo che i nazisti sarebbero sbarcati a New York e i giapponesi a Los Angeles nel giro di qualche settimana.
Un saluto sul sole.
Stan