Mia cara Berenice,
ho installato sul cellulare un videogioco che prometteva di essere il solito sparatutto zombie… pare che, nell’universo videoludico, non si possa sparare ad altri che agli zombie, bisognerà indagare su questa autentica ossessione della civiltà occidentale.
Avviatolo per la prima volta – qualche settimana dopo l’installazione, devo dire -, con mio grande stupore la schermata inziale ritraeva il solito marine alle prese con un diavolo rosso, cornuto e armato di mitraglietta. Sono rimasto interdetto: come mai questa imperdonabile variazione sul tema?
Mi è venuto in soccorso il filmato introduttivo in cui Dio, stanco della malvagità urbana, abbandona il mondo al diavolo che, anziché spalancare il solito portale infernale rigurgitante demoni, fa risorgere i morti, a sterminio dei vivi. Tutto chiaro, dunque? No, niente affatto. Perché nel gioco, oltre agli zombie, si incontrano anche dei militari perfettamente sani e rosei, e pure questi ultimi ti sparano addosso.
Perché? Il Governo ha ordinato loro di sopprimere ogni prova dell’apocalisse, come nel ben più famoso videogioco “Half Life”? A causa del collasso del suddetto Governo, sono diventati essi stessi dei senza legge?
Mi sono immaginato i due soliti marine. Futuristici, ma non troppo. Armatura a placche, visori, puntatori laser, qualche accenno di esoscheletro. Si sono barricati nell’ufficio devastato del solito laboratorio scientifico dove è successo “qualcosa”, si sono “perse le comunicazioni” e il loro comando li ha mandati a “indagare”. Accovacciati dietro a una scrivania rovesciata, si leccano le ferite, ricaricano i fucili d’assalto e ponderano la strategia da seguire.
“Dobbiamo fare rapporto in qualche modo, qualunque modo…”
“E che gli diciamo?”
“È evidente che il virus Hope si è diffuso in qualche modo fra il personale e ha trasformato parte del personale in zombie”.
“Zombie? Questi non mi sembrano zombie…”
“Che ne sai tu di come è fatto uno zombie?”
“Be’, in effetti sono diversi in film diversi, ma questi sono rossi come la conserva di pomodori che faceva mia nonna”.
“Tua nonna faceva la conserva di pomodori?”
“Era italiana”.
“Non me l’hai mai detto”.
“Be’, non pensavo ti interessasse”.
“Ma non hai un cognome italiano”.
“Mio nonno era polacco”.
“Ah, ok. Doveva essere buona”.
“Non ne hai idea… ma tornando a questi cosi… sono rossi e hanno le corna”.
“Va bene, che cambia? Che scriveresti nel rapporto, se non ‘zombie’?”
“Uhm…”
“Lo vedi?”
“Umani Mutanti Non Identificati?”
“Umani Mutanti Non Identificati? Vuoi che ci mandino davanti alla Corte Marziale?”
“D’accordo, chiamiamoli zombie, però specifichiamo che sono rossi e non verdi”.
“Ok, ok”.
“E hanno le corna”.
“Sì, ok, le corna! Sei contento, adesso?”
“Un’altra cosa: perché anche quelli non ‘zombificati’ ci attaccano?”
“In che senso?”
“Dico, anche quelli che non sono rossi con le corna provano ad ammazzarci”.
“Magari sono… tipo… come si diceva, ai tempi del covid?”
“Non so cosa intendi… non ti so aiutare…”
“Asintomatici”.
“Non sono asintomatici, perché hanno un irrazionale istinto omicida”.
” ‘Irrazionale istinto omicida’… a me sembrano lucidi. Quella guardia giurata mirava benissimo. Magari è una loro libera scelta provare a farci fuori”.
“Ma perché? Siamo qui per salvarli… dagli altri”.
“In realtà, se ci pensi, non abbiamo questo incarico. Abbiamo l’incarico di indagare e riferire. Magari, quando avremo fatto rapporto, il Governo farà saltare tutto con loro dentro”.
“Certo. Hai ragione. Non ci avevo pensato”.
In quella, un’impiegata si fa strada goffamente e animosamente tra i mobili da ufficio e carica i due marine armata di spillatrice. Il più vicino dei due soldati punta il fucile d’assalto e le spara in petto a bruciapelo, tagliandola praticamente in due.
“Per fortuna, sono meno pericolosi degli zombie”.
“Non lo so… quella guardia giurata…”
“Quante potranno essercene?”
“Non ne ho idea”.
“Dobbiamo fare rapporto”.
“Sì, dobbiamo fare rapporto”.
Un ispirato saluto.
Stan