La pandemia al tempo del festival

Mia cara Berenice,

se non avrai mie notizie nei prossimi giorni, non preoccuparti, sarò impegnato a seguire il Festival della Canzone Italiana, volgarmente noto come Festival di Sanremo, perché tradizionalmente si svolge nel Teatro Ariston della città ligure. Viene infatti organizzato dalla TV di Stato in collaborazione con il Comune e con l’Agenzia Regionale per la Promozione Turistica. Quest’ultima, denominata inLiguria, cura ulteriori iniziative come Experience Liguria, TravelArt, Surf the Mountain, il Pasta Pesto Day e il Food & Green Village. Leggendo questi nomi, non immagineresti mai che, in Italia, quasi nessuno parla inglese. Non escludo perciò possa trattarsi di un’astuta campagna di propaganda orchestrata dal Ministero della Cultura Popolare.

Certo che seguire il Festival è impegnativo. Le trasmissioni, pur iniziando già alle 20.40 (c.d. “pre-Festival”), si protraggono fino a tarda notte. Occorre far esibire numerosi cantanti, gli ospiti, i conduttori, etc.

Certo che è obbligatorio. Un Regio Decreto del 1933 punisce con la multa e la sorveglianza speciale la mancata annotazione, in apposito libretto, di rilievi critici su ogni esibizione. Il libretto va esibito a ogni richiesta da parte di un agente o ufficiale di Polizia Giudiziaria; a questi particolari fini, la qualifica di ufficiale e agente spetta anche ai funzionari RAI e ai giornalisti di costume all’Ordine. Le pene sono aumentate e aggravate in caso di recidiva.

Certo che questa legge generalmente non viene applicata, non è necessario. Chi, in Italia, non guarderebbe il Festival? Che altro c’è da fare, del resto, in piena pandemia, con il coprifuoco alle 22? Quest’anno, poi, la TV di Stato ha schierato un’autentica Panzerdivision, anzi un’intera Armata corazzata. Alla serata di ieri, quella inaugurale, l’attrice Matilda De Angelis. Stasera, la cantante Elodie. Per te, ieri, c’era il calciatore Zlatan Ibrahimović. In testa alla classifica parziale, stilata dalla giuria demoscopica, abbiamo la cantante Annalisa.

Cos’è una giuria demoscopica? Domanda perfettamente legittima. Ai sensi dell’edizione consolidata 2021 del Regolamento, che tiene conto delle quattro modifiche apportate nel biennio 2020-21, “la giuria demoscopica è composta da un campione statisticamente rappresentativo di almeno 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, le quali esprimeranno il proprio
voto da casa attraverso un sistema di votazione elettronico”.

Il riferimento al sistema di votazione elettronico non deve indurti a confondere la giuria demoscopica con il televoto, disciplinato da tre appositi Regolamenti, uno dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e due dell’organizzazione. Questi ultimi si applicano, rispettivamente, ai campioni e alle nuove proposte.

Un saluto dal direttore d’orchestra.

Stan

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