Mia cara Berenice,
è improbabile che tu possa conoscere le Sturmtruppen… certo che sono le truppe d’assalto, ma mi riferivo al fumetto di Bonvi, pseudonimo di Franco Bonvicini. Sostanzialmente, si tratta di una parodia della Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui soldati, sottufficiali e ufficiali parlano un italiano che scimmiotta grottescamente il tedesco.
Il primo giorno di primavera, un sergente si presenta alla truppa e proclama: “Per ordine superioren, oggi komincia la poesia di primaveren!”
Istantaneamente, fra le trincee spunta l’erba e sbocciano i fiori.
“Cielo, ke disciplinen!” Commenta un soldato.
In Belgio, la primavera è arrivata in anticipo, improvvisa e, per di più, dopo una settimana di freddo e neve.
Con disciplina altrettanto teutonica, l’intera Bruxelles si è riversata in strada e nei parchi. Affacciandomi a quello del Cinquantenario, constatata la folla insolita, ho imboccato un vialetto laterale, solo per ritrovarmi davanti un funambolo, in equilibrio su una corda tesa fra due alberi, attorniato da numeroso pubblico.
A quel punto, mi sono abbandonato a un sogno a occhi aperti felliniano, in cui il parco diventava un circo a tre piste, con scimmie giocoliere, ballerine, mangiafuoco, burattini, venditori di zucchero filato, elefanti acrobati, trapezisti, pagliacci troppo truccati, domatori di leoni, lanciatori di coltelli, cartomanti, illusionisti.
Qualcosa di simile, insomma, alla scena di Chicago (USA-Germania-Canada-GB, 2002) in cui Richard Gere, di fronte agli occhi esterrefatti ed estasiati di Renée Zellweger, trasforma l’aula di tribunale, appunto, in un circo a tre piste.
Un roboante saluto.
Stan