Linea spazio punto punto spazio punto linea spazio linea linea spazio linea linea linea.
Perdonami, mia cara Berenice, ma l’unico mezzo per raggiungerti in Austria, ormai, è il telegrafo. Tutti i cittadini italiani hanno dovuto consegnare i loro computer, tablet e smartphone al Consolato d’Italia. Verranno spediti in Italia su un volo militare, per consentire al nuovo Governo di ripianare il debito pubblico.
Io prevenuto verso i Governi tecnici? Giammai. In Italia, in fondo, ci siamo abituati.
Secondo un articolo di Eleonora Lorusso su The Italian Times, il primo fu addirittura il Governo Pella, nel 1953.
L’agenzia ANSA, più convenzionalmente, ne cita solo quattro, compreso quello appena nominato: il Governo Ciampi (1993-94), il Governo Dini (1995-96) e il Governo Monti (2011-12). Ricordo distintamente solo quest’ultimo e, come avrai inteso, non si tratta di memorie piacevoli.
I Governi tecnici, purtroppo, oltre alla somiglianza con Edward Mani di Forbice tendono ad avere programmi riformisti, cosa chi io vedo come il fumo negli occhi.
Se amassi la modernità farei lo startupper, non il funzionario pubblico.
Scriverei a qualche ragazza geolocalizzata nelle vicinanze da Tinder, non a una rampolla dell’aristocrazia viennese.
Se poi pure le riforme mi piacessero, sono io a non piacere a loro: la Legge Gelmini ha stroncato la mia carriera universitaria, la Legge Delrio ha ritardato la mia immissione nei ruoli del Governatorato, e taccio su quello che la Legge Fornero ha fatto alla mia famiglia.
Insomma, sono un incel delle riforme.
Ahimè, dove sei, Prima Repubblica?
“Where are those happy days, they seem so hard to find”.
Quando potrò chiedere il trasferimento al Ministero delle Partecipazioni Statali?
“It used to be so nice, it used to be so good”.
Come avrebbe reagito il Divo Andreotti a qualcuno che gli ingiungesse di mettere ordine nei conti?
“When you’re gone / How can I even try to go on?”
Con un garofano rosso appuntato all’occhiello, ti saluto sulle note dell’Internazionale.
Stan