Interfaith

Mia cara Berenice,

il vostro cappellano ha torto a sollevare tante polemiche: in occasione dell’insediamento del nuovo Presidente americano, la Messa c’è stata.

Cattolica? Sì e no, un servizio interconfessionale.

La Santa Sede era rappresentata da due suore, una dell’Associazione Sanitaria Cattolica, la seconda delle ONG della Valle del Rio Grande.

Il padrone di casa era il rettore della Cattedrale Nazionale di Washington, una chiesa episcopale.

C’erano poi l’Arcivescovo Primate dell’Arcidiocesi d’America della Chiesa Ortodossa Greca, due rabbini capi, due navajo, vari protestanti, un imam e un dirigente musulmano, la Direttrice Spirituale della Task Force Nazionale LGBTQ, il Ministro delle Comunicazioni Globale della Società Internazionale per la Consapevolezza di Krishna, un sikh, una mormone, una scrittrice e autrice di podcast.

Dillo al cappellano.

Come dici? È svenuto?

Quando si riprende, sottoponigli da parte mia questo quesito.

Il Re d’Inghilterra, Capo dell’eretica e scismatica Chiesa Anglicana, porta per questo il titolo di Difensore della Fede (“Defender of the Faith”). L’attuale Principe di Galles ha espresso ufficialmente l’auspicio di poter adottare, se e quando salirà al trono, il titolo di “Defender of Faith”, che io tradurrei come “Difensore delle Fedi”.

Ora, il mio quesito per il buon reverendo è: qual è l’alternativa peggiore? Mantenere il Moloch anglicano, sul cui altare sono state sacrificate la Regina Mary e l’Invincibile Armata, o consegnare anche l’Inghilterra all’ecumenismo?

Un dubbioso saluto.

Stan

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