Mia cara Berenice,

sono qui da pochi mesi, ma ho ormai imparato che, a Bruxelles, le previsioni del tempo sono ben poco attendibili: sarà sciatteria dell’aeronautica belga, saranno le correnti atlantiche.

Oggi, ad esempio, doveva splendere il sole, invece nevica.

La collega a cui dovevo portare del caffè italiano e che, in cambio, ne avrebbe riversato una parte nella moka, ben sapendo che ho lo goffaggine di un bambino, mi ha immediatamente telefonato per annullare la trasferta.

Ciononostante, poco fa ho azzardato qualche passo fuori casa, sia perché dovevo comunque fare la spesa, sia per scattare qualche foto alla bianca manna che si posava sul parco e sul lago.

Fina come zucchero a velo, come farina caduta da un setaccio: è neve, è pioggia?

Interrogativi amletici che caratterizzano quando inizio di 2021 in cui ci ritroviamo, purtroppo non solo metaforicamente, con il teschio in mano.

Funzioneranno i vaccini? Non funzioneranno?

Riusciremmo a vaccinare una percentuale sufficiente della popolazione?

Durerà l’immunità abbastanza a lungo?

E i nuovi ceppi del virus, che spuntano ormai ovunque come la gramigna?

Il vaccino di Oxford è efficace o non è efficace? E quello cinese?

Sopravviverà il Governo di Roma al rinnovo della fiducia da parte del Senato, martedì?

In caso contrario, cosa succederà?

Ci sarà una riappacificazione con l’ex Presidente del Consiglio Renzi?

Si tirerà a bordo qualche senatore dell’opposizione?

Si ricorrerà all’espediente regolamentare della maggioranza relativa?

Si andrà a nuove elezioni?

Verrà nominato un Governo tecnico? Un Governo del Presidente? Un Governo ponte?

Funzionerà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

Uno shakespeariano saluto, e non il primo.

Stan