Mia cara Berenice,
ad onta di tutte le speranze riposte in questo 2021, a Roma il nuovo anno è cominciato sotto un infausto presagio: nientemeno che una pioggia di uccelli morti sul piazzale della Stazione Termini.
Tranquillizzati, nessun Anticristo si è risvegliato nelle catacombe o nei sotterranei del Vaticano.
Semplicemente, a quanto pare i botti di Capodanno hanno fatto perdere l’orientamento ai poveri pennuti, mandandoli a sbattere fra di loro o contro i muri. Non mi stupisce, da varie fonti dirette so che la capitale sembrava Baghdad allo scoppio della Guerra del Golfo. Eppure, il Comune aveva vietato fuochi d’artificio e simili; evidentemente la popolazione, repressa anche nel respiro, si è sfogata almeno in quest’attività, ritenuta a prova di contagio.
Non me la sento di biasimarla, in questi frangenti. Anzi, voglio trarre ispirazione dai video che mi sono stati inviati per qualche romantica divagazione sull’artiglieria.
Gli enormi pezzi costruiti per il Sultano da Orban, misterioso ingegnere della Transilvania – prima gli uccelli morti, ora la terra di Dracula -, contribuirono alla caduta di Costantinopoli e dell’Impero Romano d’Oriente.
Napoleone iniziò la sua carriera militare proprio nell’artiglieria e uscì dall’anonimato reprimendo a colpi di cannonate la rivolta realista del 1795. Ad Austerlitz, con lo stesso metodo spezzò il ghiaccio su cui si stavano ritirando le truppe russe, facendone strage.
Parigi fu a sua volta bombardata dall’artiglieria tedesca durante l’assedio del 1870-71 e durante la Prima Guerra Mondiale; nel 1918, furono impiegati cannoni navali dal raggio di 130 chilometri.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, furono invece i tedeschi a farsi terrorizzare dall’artiglieria sovietica. Particolarmente famigerati erano i lanciarazzi multipli, soprannominati “Katiuscia” od “organi di Stalin”.
All’ingresso dell’Imperial War Museum di Londra, il visitatore è accolto da una batteria di cannoni navali da 15 pollici, di cui ho avuto il piacere di palpeggiare le culatte alcuni anni fa.
Ai giorni nostri, a fare paura sono soprattutto i missili da crociera, come i celebri Tomahawk americani. Curiosamente, i missili sono talvolta collocati nel novero dell’artiglieria, talvolta no. Immagino dipenda dalle modalità di lancio. Se il punto di partenza è il lanciamissili montato sul camion di un’unità dell’esercito, magari espressamente classificata come di artiglieria e priva di altri armamenti, sarà difficile negare che si tratti appunto di artiglieria. Viceversa, se a fare il servizio è un aereo o un sommergibile, sarà difficile affermarlo. Se infine la piattaforma di lancio è una corazzata armata anche di cannoni… chi lo sa.
Era più semplice stabilire, dalle vostre parti, se un’unità militare fosse imperiale, regia o regia-imperiale.
Un sibilante saluto.
Stan