Ancora sulla caccia

Mia cara Berenice,

non lamentarti della ripetitività dei miei argomenti, che posso farci se sono propheta in patria?

Ti avevo appena illustrato questo tema ed eccolo essere oggetto di nuova fierissima polemica, nella natia Italia. A quanto pare, un conduttore della TV di Stato avrebbe, per due e due volte, esternato alle telecamere opinioni contrarie alla pratica, scatenando la dura reazione della Federazione Italiana della Caccia.

Nella mia ultima, attribuivo alle Regioni la competenza esclusiva in materia di caccia e pesca. Ciononostante, risulta ancora vigente una legge nazionale del 1992 sul “prelievo venatorio” che, dopo aver inquadrato la fauna selvatica come patrimonio indisponibile dello Stato, autorizza la caccia compatibilmente con le esigenze di conservazione e agricole. Sopravvive inoltre, almeno sulla carta, il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, mentre l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica è confluito nell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Le legge, poi, vieta recisamente l’uccellaggione, limita rigidamente l’inanellamento e l’utilizzo di richiami vivi, regola la tassidermia, istituisce la Zona Faunistica delle Alpi, precisa che “l’attività venatoria si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini”, regolamenta minutamente fucili, bossoli e munizioni, indirizza in modo penetrante l’attività amministrativa delle Regioni in materia.

Insomma, in Italia una competenza esclusiva è come il matrimonio di Lady Diana: piuttosto affollata.

Un promiscuo saluto.

Stan

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