Spirito natalizio

Mia cara Berenice,

tanti auguri! Allegato alla presente, troverai il mio albero di Natale futurista, disegnato accostando parole chiave e onomatopee.

A dimostrazione del fatto che le chiacchiere sulla resilienza e l’adattamento sono sciocchezze, ma solo al novantanove per cento, ho rispettato le tradizioni natalizie più qui che in Italia.

Ieri sera ho cenato a base di pesce, cosa che non avrei fatto a casa. Scampi in salsa di formaggio caprino e miele.

So che avrai la stessa reazione che ebbi io quando, a Roma, mi proposero la pasta con pecorino e cozze… o meglio, la avresti, se non fossi austriaca e ne capissi qualcosa… figuriamoci… già vi credevate marinai per averci sottratto Trieste… ma sto divagando.

Alla fine, formaggio e pesce possono andare perfettamente d’accordo, anche se hanno entrambi sapori forti: così è per la pasta con pecorino e cozze, così per gli scampi in salsa di formaggio caprino e miele.

Oggi, invece, il piatto forte era il tacchino. Sapevo già che sarebbe stato terribilmente asciutto, ma sapevo anche che l’avrebbero affogato sotto un mare di salsa e contorni; in ogni caso, volevo il menù tradizionale.

Chiedimi com’era.

“Com’era il tacchino, Stan?”

“Era terribilmente secco, ma con la salsa, le patate e i cavoletti di Bruxelles andava giù. C’era anche una deliziosa salsiccia avvolta nella pancetta”.

“Catastrofe evitata, dunque”.

“Decisamente”.

“Nessuna Caporetto”.

Allora hai voglia di litigare…

Un bellicoso saluto.

Stan

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