Sulla Legion d’Onore

Mia cara Berenice,

sei antifrancese da sempre, perciò ti scandalizzi per la Legion d’Onore conferita al Presidente egiziano, maresciallo da campo Abdel Fattah el-Sisi.

È prassi che le massime onorificenze siano conferite ai Capi di Stato stranieri.

L’Italia, come noti correttamente tu, ha effettivamente revocato il cavalierato al Presidente siriano Bashar al-Assad; ma quando gli fu attribuito, nel 2010, quest’ultimo non era certo un Capo di Stato democraticamente eletto.

Per quanto concerne la Legion d’Onore, essa è stata conferita anche all’attrice Salma Hayek, il cui principale merito verso la Repubblica Francese è, a detta di molti, l’aver sposato il magnate François-Henri Pinault.

Con tutto ciò, la storia della Legion d’onore resta suggestiva. L’onorificenza viene fondata da Napoleone con l’intento di creare una nuova aristocrazia che in parte sostituisca, in parte coopti quella dell’Ancien Régime.

Caratteristica peculiare della Legione è il suo essere aperta tanto ai militari, quanto ai civili. Napoleone, infatti, stimava allo stesso modo “ses soldats et ses savants”: generali e marescialli, ma anche archeologi e scienziati che si portò al seguito in Egitto, o i consiglieri di Stato che lo assistettero nella stesura del Codice Civile.

Con tutto ciò, i militari – categoria da sempre ingombrante in Francia – si accaparrarono la maggior parte delle decorazioni, finché non intervenne a riequilibrare le cose il Secondo Impero, sostenuto da borghesi, industriali e cattolici, gente paciosa e poco incline al mestiere delle armi.

A partire dalla Prima Guerra Mondiale, sorge il problema – mai del tutto risolto – dell’inflazione dell’onorificenza. I conflitti, si sa, aumentano la necessità di distribuire patacche, e la Francia ne combatte parecchi, fino ad arruolare un esercito di oltre trecentomila legionari.

A tirare il freno a mano ci pensa il solito generale de Gaulle che, nel 1962, emana il Codice della Legion d’Onore, fissando un contingente massimo di 125.000 legionari.

Nel 2017, una nuova riforma interviene a contingentare; segno che – parafrasando il Manzoni – c’era abbondanza di decorati tuttavia.

Un inflazionato saluto.

Stan

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