Mia cara Berenice,
è importante, per l’intellettuale, non perdere il vezzo di percorrere in tutte le loro latitudini le vaste pianure dello scibile, varcando le Colonne d’Ercole del ne quid nimis per approdare ai confini estremi del sublime e del ridicolo.
Io che intellettuale non sono, ma cerco disperatamente di scimmiottarne uno, come le maschere del Goldoni, ho allestito la seguente coreografia.
Sulla sedia ergonomica alle mie spalle riposa una splendida edizione, meravigliosa alla vista e al tatto, di “La casa della moschea” di Kader Abdolah (X edizione, Iperborea, Milano, 2020), una saga familiare nell’Iran prerivoluzionario.
Al tempo stesso, sto guardando l’intera stagione di “Girls und Panzer”, un anime ambientato in un universo parallelo in cui le scuole femminili sorgono a bordo di gigantesche navi e vi si pratica “l’arte del carro armato”. Sostanzialmente, le ragazze pilotano dei carri della Seconda Guerra Mondiale e si scontrano a suon di cannonate con le squadre di altre scuole. Ciascun istituto ha un tema nazionale: la St. Gloriana richiama l’Inghilterra, la Saunders gli Stati Uniti, e così via.
Certo che esco di casa, sebbene anche qui sia arrivato il freddo.
Un poliedrico saluto.
Stan
Ginnastica ragazzo, fai ginnastica
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