Seppuku

Mia cara Berenice,

pare che, in Giappone, i suicidi stiano facendo più morti del virus.

Come spesso accade, la pandemia aggrava problemi esistenti, piuttosto che crearne di nuovi: e la danza del Giappone con il suicidio è antica.

Il tasso di morti autoinflitte ivi è sempre stato piuttosto alto – anche se non il più alto in assoluto.

In “Si vive solo due volte”, uno dei romanzi della saga di James Bond, il supercattivo della SPECTRE si insedia in un castello nipponico, rende il parco circostante particolarmente attraente per gli aspiranti suicidi e lascia che la natura faccia il suo corso.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Giappone impiegò i famosi kamikaze, a cui dobbiamo aggiungere ulteriori suicidi di massa di militari e civili.

Non si trattava di patriottismo. I militari subivano fortissime pressioni sociali, psicologiche e gerarchiche. Quanto ai civili, la propaganda governativa li aveva convinti che i soldati occidentali erano demoni vomitati dalle viscere stesse dell’inferno.

A quei tempi c’era ancora chi praticava il suicidio rituale, l’harakiri o seppuku, il più famoso dei quali è probabilmente quello dell’artista e attivista di estrema destra Yukio Mishima, consumatosi negli uffici del Comando Orientale delle Forze di Autodifesa a Tokyo nel 1970.

Un inchino.

Stan

Una replica a “Seppuku”

  1. Avatar Giovanna Grenga Kuck
    Giovanna Grenga Kuck

    “Vedi, oggi pongo davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione… tu sceglierai la vita” (Deuteronomio, 30.15)

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