Mia cara Berenice,
all’interno del ristretto perimetro di Bruxelles, Sablon è il quartiere degli artisti e delle gallerie. Mi aveva già dato varie soddisfazioni prima del confinamento belga, ma stasera non è stato da meno.
Ero diretto nella graziosa piazza centrale per ritirare una Magic Box di sushi. La finestra di ritiro era pericolosamente a ridosso del coprifuoco, ma, con il mio veloce passo veneziano che ben conosci, ero sicuro di cavarmela.
Dal Quartiere Europeo, è possibile raggiungere Sablon percorrendo le sole strade principali, ma, per fretta o per errore, svoltai con leggero anticipo, finendo in un vicoletto secondario.
Ebbene, c’era due ragazze che twerkavano. Una terza le riprendeva con il cellulare.
Secondo il dizionario Treccani, il twerking è un “ballo estivo che abbina scatti e sobbalzi con i movimenti oscillatori tipici del twist”.
Più preciso l’Oxford Dictionary, citato dal quotidiano Il Messaggero in questi termini: “Il ballare una musica famosa in un modo sessualmente provocante che coinvolge i movimenti di spinta dell’anca in una posizione accovacciata”.
Ancora più puntiglioso il Mirriam-Webster, che parla di “danza provocante caratterizzata da movimenti dei fianchi rapidi e ripetuti, nonché dall’atto di scuotere i glutei, soprattutto da posizione accovacciata”.
Secondo la Pennsylvania State University, le origini del twerking si perdono nei secoli, ma risalgono probabilmente all’Africa occidentale, dove il twerking non avrebbe particolari connotazioni sessuali, tanto da essere eseguito dalle fedeli in chiesa.
Un provocante saluto.
Stan
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