Mia cara Berenice,
nelle mie ultime ho evidenziato il crescente parallelo fra Italia e Belgio. I Governi di entrambe le Nazioni hanno proclamato quelli che sono, sostanzialmente, dei nuovi confinamenti mascherati (maquillage, camouflage).
La reazione nei due Paesi, però, è stata diversa. Sostanzialmente quieta qui in Belgio, anche tenendo conto del fatto che la mia conoscenza del quadro locale è ancora frammentaria. Più sanguigna in Italia, dove ci sono state manifestazioni di protesta a Napoli – non a caso, una città generalmente associata all’economia informale -, ma anche a Roma e in altre città. A tal proposito, desta perplessità la fretta burocratica e stereotipata con cui il Ministero degli Interni ha liquidato il tutto come una macchinazione della criminalità organizzata o dell’estrema destra.
Il discrimine è del resto evidente: il Belgio è un Paese più ricco dell’Italia.
Così come siamo stati il primo Paese europeo a essere colpito dal virus, potremmo essere il primo a dimostrare la scarsa sostenibilità economico-sociale dei confinamenti.
Durante il primo, passai il mio momento più nero non quando sfilò il famoso convoglio di camion militari carichi di bare, ma quando si diffuse la notizia – poi rivelatasi falsa – di assalti organizzati ai supermercati di Palermo.
Naturalmente, spero di eccedere in pessimismo.
Uno scaramantico saluto.
Stan