Mia cara Berenice,
il vaccino, il vaccino… oh membranza sì cara e fatal!
Per chi attende il novello Messia (non Godot, speriamo), oggi è una brutta giornata.
Ce n’è per tutti i gusti.
Gli ortodossi possono contemplare amaramente l’interruzione dei test sul favorito della scuderia AstraZeneca-Oxford, nel cui sviluppo è coinvolta anche la IRBM di Pomezia.
Chi ama gli outsider potrà gridare al complotto, dopo che un gruppo di ricercatori ha sollevato dubbi circostanziati sui documenti accompagnatori del controverso vaccino russo Sputnik V.
In effetti, fra gli scettici in tema di vaccini ci sono anch’io.
Non mi fraintendere, nessuna paranoia su microchip, autismo, Fondazione Gates et similia.
Semplicemente credo che ne verremo fuori prima e con altri mezzi.
Forse per un naturale esaurimento della pandemia, forse con un trattamento a base di anticorpi monoclonali, forse con un test rapido.
Immagina di svegliarti, afferrare una scatolina sul comodino, ingentilire con le tue labbra una striscia di tessuto e sapere se sei positiva o negativa al covid: nel giro di cinque minuti, il tempo di truccarti o farti un caffè.
Nella malaugurata ipotesi di un esito positivo, ti chiudi in casa e avverti le Autorità sanitarie.
Quanto reggerebbe la pandemia così? Ben poco, a mio parere. Un’ipotesi semplice, realistica ed efficace.
Speriamo si avveri.
Uno scaramantico saluto.
Stan