Mia cara Berenice,
no, non ho visto “Tenet”.
Dovrà pur esserci qualcuno che non l’ha fatto, come Esopo quando fu esposto al mercato degli schiavi dell’isola di Samo insieme a un grammatico e un cantore.
Si presenta un possibile acquirente e li apostrofa: “Cosa sapete fare?”
Il grammatico e il cantore, in coro: “Tutto!”
Esopo: “Niente”.
“Come niente?” Si stupisce il cliente.
“Se questi sanno fare già tutto,” replica tranquillamente Esopo, “io posso ben stare senza fare niente”.
Terminata la digressione e precisato che non metto piede in un cinema al chiuso dall’inizio della pandemia, vengo al punto: “Tenet” non mi interessa come film in sé – non so nemmeno di cosa parli -, ma come cartina di tornasole – o canarino in gabbia – del futuro della settima arte.
È appunto questo l’approccio tenuto da un articolo del Post. Richiamandosi anche a un analogo pezzo di Pamela McClintock sull’Hollywood Reporter, il giornalista fissa a quattrocentocinquanta milioni di dollari americani l’asticella della cifra che il film deve incassare per non mandare in perdita gli studi che l’hanno prodotto.
Potrebbe anche arrivare a mezzo miliardo, dopotutto è difficile fare previsioni in tempi di pandemia. Da una parte, ci sono meno cinema aperti, meno poltrone vendibili per sala e più paura; dall’altra, è molto minore anche la concorrenza.
Se però così non fosse, potremmo dire addio alle produzioni a budget elevato, dato che lo streaming o il noleggio online non sono in grado di compensare i mancati incassi del botteghino.
È ben vero che da sempre ci lamentiamo del poco spazio lasciato alle piccole produzioni indipendenti. Ho però il sospetto che l’inquadratura in bianco e nero di un mimo che fa le capriole in un campo di girasoli, alla lunga, non risulterà così divertente.
Finirà con il caso choccante dell’illustre critico cinematografico suicidatosi mangiando popcorn mentre guardava “Dredd – La legge sono io” (USA, 1995, da non confondersi con il più decente “Dredd – Il giudice dell’Apocalisse” del 2012). Il cuore del poveretto smetterà di battere nell’istante in cui Dredd, interpretato da Sylvester Stallone, fa esplodere con un razzo una macchina in divieto di sosta, congedandosi dal proprietario con la battuta: “Falla revisionare”.
Un muscoloso saluto.
Stan