Mia cara Berenice,
“passa correndo lungo la Statale / un autotreno carico di sale”: così la canzone “Adelante adelante” di Francesco De Gregori.
Solo che, nel nostro caso, a passare non è un autotreno, ma un treno.
Anzi, due treni che viaggiano in direzioni opposte, lanciati a gagliarda velocità sui rispettivi binari. Si strusciano ululando, fieri, come due ragazzi sul lungomare che vogliano far colpo l’uno sull’altra, ma senza darlo a vedere e senza darsi reciproca soddisfazione.
Non viaggiano sulla Statale, naturalmente, ma appunto su una coppia di binari che corre rasente al mare, lambita da cespugli neri, riarsi di macchia mediterranea.
Dopo il fulmineo incontro, si allontano a velocità furiosa, muggendo, attenti a non lanciarsi uno sguardo alle spalle, come avrebbe dovuto fare Orfeo per salvaguardarsi Euridice, come insofferenti di quello sgradevole incrocio.
Invece si rivedranno, lo sanno entrambi e – anche se non sono pronti ad ammetterlo – ne sono felici.
Un saluto sventolando la paletta di capostazione.
Stan
Oggi pura poesia
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