Il quartiere scolastico

Mia cara Berenice,

ieri sera ho presenziato, con due colleghe, all’evento organizzato da una scuola di quartiere a chiusura di un progetto finanziato dal mio Ufficio.

Trovare l’ingresso giusto non è stato facile. Da anni il Ministero, per risparmiare, accorpa le scuole, partorendo idre dai mille plessi. Per giunta, questa sorge all’interno di un isolato di Roma praticamente monopolizzato dall’istruzione pubblica, per via della conversione di un grosso complesso con parco adibito illo tempore a scopi caritatevoli dai Principi Pamphili.

Il percorso obbligato d’ingresso – comune ormai in tempi di pandemia – era stato poeticamente declinato e scandito da studenti che mettevano in scena, a beneficio dell’ospite, brevi scenette basate sui versi di Gianni Rodari.

Rodari, chi era costui? La domanda, da parte tua, è legittima.

Si tratta di un notissimo autore italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e noto soprattutto per le sue poesie e filastrocche, pur avendo prodotto anche abbondante prosa. Stralci delle sue opere li potrai trovare facilmente sulla Rete e ti farai subito un’idea del taglio.

In altri tempi, l’avrei liquidato come una riminiscenza dell’infanzia, una bambinata o una pacchianata; invece, mentre il covid imperversa, è proprio quello che ci vuole. Le declamazioni, come puoi immaginare, sono state accompagnate dalla musica del Maestro Ennio Morricone, anche lui portato via da quest’anno maledetto.

L’evento vero e proprio si svolgeva in un cortile interno della scuola, dove erano stati disposti dei grossi banchi variopinti a mezzaluna. Questi ultimi rappresentano il nuovo standard conforme alle disposizioni sul distanziamento e – ci ha confidato il Corpo Docenti – continueranno a svolgere tale funzione all’aperto finché il clima lo consentirà. Quanto a ieri sera, ciascuno di essi ospitava agevolmente tre persone che vi posavano spiedini di frutta e assaggi preparati dagli studenti, mentre sul palco andava in scena lo spettacolo, con testi di Rodari e Shakespeare.

Da tutti i lati, incombevano le facciate di quel vero e proprio quartiere scolastico, ed è impossibile non deglutire nervosamente, al pensiero di come i Presidi potranno gestire tutto ciò nel prossimo tormentato, complicatissimo Anno Scolastico.

Speriamo in bene.

Uno scaramantico saluto.

Stan

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