La Legge sull’Insurrezione del 1807

Mia cara Berenice,

no, non mi risultano manifestazioni a Roma per il caso Floyd. Anzi, per la tua gioia, oggi sono passato per Piazza del Popolo e c’era la destra a sventolare tricolori e, per qualche oscuro motivo, bandiere del Giappone. Prevedono di proclamare qualche Imperatore Dio? Non ne ho idea, la mia unica priorità era inerpicarmi sul Pincio.

Spero che il tuo sit in di protesta davanti all’Opera di Stato sia stato produttivo e, soprattutto, all’insegna del distanziamento.

Affinché tu non mi accusi di crassa indifferenza, ti informo che ho letto da cima a fondo la Legge sull’Insurrezione del 1807 che il Presidente Trump intenderebbe invocare per schierare le truppe federali – d’altronde è molto breve.

Accludo di seguito un sunto della mia ricognizione che ti permetterà di fare una bellissima figura con le tue amiche viennesi.

A quanto pare, è una vera tradizione applicare la Legge in occasione di sommosse razziali, del resto comuni negli Stati Uniti, ma questo vetusto provvedimento ha avuto anche impieghi che il tuo Kreisauer Kreis apprezzerebbe. La Legge è stata usata dal Presidente Grant contro il Ku Klux Klan, nonché dei Presidenti Eisenhower e Kennedy per imporre la desegregazione delle scuole negli Stati del Sud.

Attualmente, essa è codificata nei paragrafi 331 e seguenti del Codice Federale.

Il paragrafo 332 attribuisce al Presidente degli Stati Uniti il potere di utilizzare le Forze Armate federali e la Guardia Nazionale in caso di “ostruzioni illecite, collusioni, adunate o ribellioni contro l’autorità federale” tali da “rendere impossibile far rispettare le leggi federali in uno Stato con i mezzi ordinari dei procedimenti giudiziari”.

Il paragrafo 333 precisa che le interferenze con l’attività federale possono essere di due tipi:

a) violazione di diritti costituzioni unita all’inerzia, anche incolpevole, dello Stato;

b) impedimento od ostruzione all’esecuzione delle leggi federali da parte del potere esecutivo o giudiziario.

Abbiamo dunque una fattispecie, quella sub a), estremamente precisa che sembra scritta proprio per determinati Stati del Sud – e probabilmente andò proprio così: non sono riuscito a ricostruire in modo analitico le modifiche subite dalla Legge del 1807, ma mi risulta che fu emendata prima e dopo la Guerra di Secessione.

Segue una seconda fattispecie più generica, sub b), che funge da clausola di chiusura.

È curioso come gli atti normativi anglosassoni oscillino fra l’essere incredibilmente analitici e il riassumersi in una manciata di clausole generali. Di certo, la Corte Suprema avrà qui ampio spazio di manovra.

“Teneva in mano una supplica, e pareva che dicesse: vedremo”.

Un cancelleresco saluto.

Stan

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