Da una foto troppo scattata a un film mai girato

Mia cara Berenice,

rammenti la mia esplorazione del centro storico di qualche giorno fa? Come puoi ben immaginare, l’ho analiticamente documentata con la fotocamera del cellulare. Maniaco di Instagram io? Dicesi scienza, mia cara, e accurata diaristica delle operazioni.

Dunque, mentre percorrevo via del Corso, arrivato all’altezza di Palazzo Chigi, ho notato, su una delle vetrine di Zara di fronte alla Galleria Alberto Sordi, la scritta a caratteri cubitali neri: “Bentornati!”

Naturalmente ho scattato un’istantanea e, il giorno dopo, ho avuto la sorpresa di trovare foto quasi identiche sulle copertine dei principali quotidiani nazionali.

Bella forza, sbufferai tu. Uno dei luoghi più rappresentativi di Roma e d’Italia, la trappola per gonzi posizionata da qualche addetto al marketing… tutto giusto, ma lasciami immaginare mirabolanti avventure giornalistiche. Cappello con la lobbia, trench color acciaio, una vecchia macchina fotografica anni ’20 dal flash enorme: come Gwyneth Paltrow in “Sky Captain and the World of Tomorrow” (USA-GB-Italia, 2004), ma con una punta di classe in più.

Un’indagine noir ai tempi della pandemia. Un giovane giornalista di belle speranze, ovviamente precario. Il redattore titolare si sente minacciato da lui e gli affida un innocuo servizio sulle attività di volontariato in favore delle famiglie bisognose, all’estrema periferia di Roma, quella che veniva definita “disagiata” già prima del virus.

Di quel mondo, deus ex machina – è proprio il caso di dire – è Monsignor Korwin-Mikke, un alto prelato vaticano. Questi prende il giovane giornalista sotto la sua ala, forse in parte per quella che il Manzoni definiva, eufemisticamente, “carità pelosa”. È così che il protagonista comincia a interrogarsi, poco a poco, sul mondo della sanità privata che ruota intorno al prelato, i cui torbidi interessi e speculazioni, lungi dall’arrestarsi davanti alla pandemia, ne sono galvanizzati…

Ahimè, questa cosa non si può girare. La Santa Sede e la stampa cattolica mi farebbero a pezzi… e poi, io stesso temerei di dare spago ai complottisti, rigogliosi ormai come la gramigna.

Peccato, perché si poteva ingentilire il tutto con una figura femminile di spessore. Chi sarebbe potuta essere? Una ragazza di periferia, orgogliosa e indomita percettrice del pacco alimentare? Una malata del COVID Hospital, costretta a un protratto autoisolamento per una remissione particolarmente lenta del virus? Intrattiene con il giornalista dialoghi liquidi, ma densi e raggrumati come gocce di mercurio attraverso la videocamera dello smartphone o un uscio sigillato.

Questa seconda sarebbe una soluzione ottima, eppure sento la mancanza di una femme fatale: una rampolla della nobiltà nera romana, appartenente al circolo del monsignore? Abiti e trucco dark di gran firma? Il messaggio fra le righe di una sotterranea gelosia per il rapporto fra il giornalista e Korwin-Mikke?

Ci sarebbe stato posto per entrambe le figure femminili, la giovane aristocratica sarebbe stata l’antagonista o il braccio destro (sidekick) di quest’ultimo.

Peccato.

Un rassegnato saluto.

Stan

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