Il Francese Volante

Mia cara Berenice,

la portaerei nucleare francese Charles De Gaulle, in missione nell’Atlantico, è attraccata nel porto di Tolosa, reduce dal peggior attacco della sua storia: quello del virus, che ha colpito un terzo dei circa duemila marinai imbarcati.

Le banchine dei porti sono sempre state fitte di nebbia e di superstizione, e di certe navi si dice che nascano sfortunate. La De Gaulle, orgoglio e ammiraglia della Marina francese, ha avuto problemi – alcuni dei quali imbarazzanti e clamorosi – fin dal varo.

Al netto delle tragiche circostanze attuali, sarebbe facile ispirarsi al suo caso per ironizzare sulla grandeur francese, certamente incarnata dalla nave, per il nome che porta e per il fatto stesso di essere l’unica portaerei nucleare non americana esistente.

Ebbene, io su questo vado controcorrente, sono dell’opinione che la Francia sia uscita dalla sua era imperiale perfino meglio dei cugini e rivali inglesi. Certo, nel breve termine la decolonizzazione britannica è stata più intelligente e virtuosa: niente guerre d’indipendenza e rifiuto di concederla alla Rhodesia del Sud, finché i coloni bianchi non accettarono di insediare un governo democratico.

Tuttavia, la Francia è riuscita a conservare territori non insignificanti. La Guyana Francese, famosa un tempo per i suoi bagni penali, ospita il centro spaziale di Kourou e basi della Legione Straniera. L’isola della Riunione ha oltre 850.000 abitanti. Sul paradiso della Polinesia Francese si stendono, da Parigi, ombre più sinistre, tra esplosioni nucleari e ammiraglie della flotta di Greenpeace che saltano in aria. In Nuova Caledonia, pandemia permettendo, dovrebbe tenersi in settembre un referendum sull’indipendenza.

C’è poi l’influenza informale che la Francia ha saputo mantenere sull’Africa soprattutto subsahariana, la tanto deprecata Françafrique, di recente tornata sul banco degli imputati anche in Italia con il caso del franco CFA. Secondo la BBC, le principali basi militari in Africa sono a Gibuti e nel Gabon, ma vi sono certo altri dislocamenti di truppe, oltre a una fitta rete di accordi di cooperazione militare. Di recente, la Guerra al Terrore ha portato truppe francesi in Mali e poi nel Sahel.

A ciò vanno aggiunti ulteriori lasciti imperiali che la Francia condivide con la Gran Bretagna, il seggio permanente con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza e l’arsenale nucleare (force de frappe). Parigi e Londra hanno invece preso due strade diverse per quanto riguarda l’Europa: la prima titolare di una sostanziale golden share, dividendo dell’asse con Berlino; la seconda in partenza, forse a caro prezzo, dopo il referendum sulla Brexit.

Non resta che sperare in una nuova Cordiale Intesa.

Au revoir!

Stan

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